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Perchè mangiare pizza rende felici?

Anna Rana • gen 31, 2022

La prima ricetta della pizza così come la conosciamo oggi si ritrova in un trattato dato alle stampe a Napoli nel 1858. Popolarissima presso il popolino ma anche presso principi e baroni, dominava i ricevimenti dei Borboni, e Ferdinando IV arrivò a farla cuocere nei forni di Capodimonte (gli stessi dai quali uscivano le preziose ceramiche). Le fonti storiografiche non sono unanimi su come è nata la pizza, sul “quando” sì: 11 giugno 1889, visita alla città di Napoli da poco annessa al Regno d’Italia da parte dei Savoia. Interrogato da un messo il fornaio Raffaele Esposito su come si chiamasse quella pizza tricolore così apprezzata dal palato della regina, rispose “Margherita”.


Attenti ai pezzi di ricambio. Gli ingredienti della pizza, presi uno per uno, sono già di per sé salutari. Insieme, fanno di più. Per studiare in che modo i diversi nutrienti della pizza interagiscono a garantire i benefici per la salute sono arrivate in Italia perfino équipe di ricercatori giapponesi.


Gli antiossidanti del pomodoro sono resi più biodisponibili dai grassi; il pomodoro aiuta la digestione dei carboidrati e la loro conversione in energia. La scienza ha scoperto che se si mangia pizza almeno una volta alla settimana, il rischio d’infarto si riduce a meno della metà e può anche ridurre le probabilità di tumore all’apparato digerente. Il segreto sta, come detto, nella combinazione dei suoi ingredienti. La cui qualità può però essere facilmente contraffatta.


Troppe pizzerie usano insipido olio di semi e soprattutto, occhio alla mozzarella, spesso si usa quella “finta”, quei panetti di una cosa che non può neanche legalmente fregiarsi del nome “formaggio”, essendo un “prodotto alimentare filante a base di proteine e derivati del latte” fatto con acqua, proteine del latte, burro o miscele di formaggi con additivi fondenti (come citrati, fosfati di sodio e polifosfati). Difatti il loro nome commerciale è spesso un composto di fantasia, sulla base di alcune lettere della parola “mozzarella”.


La mozzarella è meglio che sia di bufala (non esiste ancora la “finta” mozzarella di bufala). O da agricoltura biologica. Per l’impasto, meglio la farina integrale, per fare la farina raffinata (bianca 00), i chicchi vengono decorticati e subiscono una perdita di nutrienti durante le fasi di lavorazione. Pomodoro italiano, meglio se da agricoltura “bio”. E alla fine sulla pizza, rigorosamente a crudo, un filo d’olio extravergine d’oliva, non di semi, né d’oliva. Extravergine!

Autore: Laura Dipasquale 02 feb, 2022
Con il termine “ zucca ” si indicano i frutti di diverse piante che appartengono alla famiglia delle Cucurbitacee. Proprietà Tutte le zucche contengono una grande quantità di beta carotene (provitamina A), che poi l’organismo è in grado di trasformare in vitamina A: 150 g di prodotto apportano il 100% del fabbisogno quotidiano di provitamina A. La zucca fornisce sia luteina e zeaxantina, due carotenoidi utili per ritardare l’invecchiamento oculare che beta criptoxantina e alfa carotene, efficaci nella prevenzione dal cancro. La zucca contiene anche alti quantitativi di vitamine B2, B5, B6, B9, C e K, oltre a minerali come ferro , manganese e rame . Lo zinco contenuto nei semi di zucca è efficace per alleviare i disturbi della minzione : se si hanno queste problematiche è quindi utile consumare una manciata al giorno di semi di zucca! La zucca apporta solo 34 kcal per 100 g di prodotto commestibile, a fronte di un alto contenuto in vitamine e fibre , ottime per favorire il transito intestinale. Conservazione La zucca si conserva a lungo in luoghi freschi e asciutti ed è ottima consumata nelle zuppe, nella pasta, nei risotti e perfino nei dolci!
Autore: Dott. Maurizio Tommasini 15 mar, 2020
Il nostro sistema immunitario ci protegge ogni giorno da invasioni e pericoli, un lavoro complesso che richiede grandi quantità di energia e materie prime. Esiste una relazione tra dieta e sistema immunitario: certi nutrienti sono essenziali per garantire delle efficaci difese e una loro carenza può ridurre in misura rilevante la capacità di far fronte all’invasione di patogeni. Il sistema immunitario è una complessa rete di strutture, elementi cellulari, mediatori chimici che svolge una molteplicità di funzioni: ci protegge costantemente da un’enorme varietà di patogeni; combatte le infezioni; discrimina con notevole precisione, mostrando un’enorme flessibilità, tra le sostanze e i microrganismi che possono essere una reale minaccia e quante non lo sono e possono quindi essere tollerate; è in grado di riconoscere ed eliminare cellule cancerose; mantiene un aggiornato “schedario” di tutti gli antigeni con cui è entrato in contatto, in modo da poter entrare immediatamente in azione nel momento in cui questi dovessero ripresentarsi, una vera e propria memoria cui le vaccinazioni devono la loro notevole efficacia. Questa complessità comporta ovviamente problemi, quando la risposta immunitaria è insufficiente e lascia spazio all’azione di patogeni o cellule cancerose, o quando indirizzata verso il bersaglio sbagliato, come avviene nelle allergie, nelle quali la reazione, più o meno marcata, è rivolta verso antigeni innocui, come polline o proteine presenti in alcuni alimenti, oppure nelle patologie autoimmuni, nelle quali l’attacco è indirizzato verso tessuti sani, con danni più o meno estesi e lesioni fortemente invalidanti o addirittura letali. Appare quindi evidente come sia necessario creare le condizioni necessarie a garantire la miglior efficienza possibile del sistema immunitario, fornendo l’energia necessaria, enorme in caso di infezione, e le sostanze indispensabili alla sintesi e al funzionamento ottimale di tutti gli elementi che ne fanno parte.
Autore: Dott.ssa Giulia Morello 10 feb, 2020
Donne e premio Nobel Sapevate che il premio Nobel si attribuisce dal 1901 e che in tutti questi anni solamente 50 donne sono state insignite di questo prestigioso riconoscimento? Ciò significa, tradotto in percentuale, che la rappresentanza femminile premiata non supera il 4%. Questa percentuale scende ancora se prendiamo in considerazione il campo delle discipline…
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